Tempo di vendemmia

Fine agosto tempo di vendemmia. Iniziano le vendemmie nelle varie zone di produzione e quindi si comincia a percepire la fibrillazione delle varie aziende che sono all’opera per la raccolta dei grappoli che, portati in cantina, subiranno il processo di vinificazione per trasformare il mosto in vino.

Non tutti vendemmiano allo stesso periodo, la scelta deve essere oculata perché dipende da vari fattori come le condizioni climatiche, la zona di produzione, la composizione del suolo, il tipo di uva o il tipo di vino che si vuole ottenere. Molto spesso questo affascinante e particolare momento è caratterizzato da un forte coinvolgimento sociale di grande valore storico e antropologico che risale a tempi molto antichi e che si tramanda di generazione in generazione attraverso tradizioni contadine e che ha racchiuso momenti particolari della vita dell’uomo della campagna e racchiuso una forte condivisione sociale anche per un annuale evento di lavoro.

Il ruolo sociale e rituale che caratterizza la vendemmia è stato ancor più forte nei decenni scorsi, quando nei vigneti si riunivano amici, parenti e vicini di casa, tutti insieme a lavorare nelle vigne per poi festeggiare con un ricco banchetto.

Sono questi i momenti che tutti si domandano come sarà l’annata, che frutti potrà portare alla cantina. Su questo argomento le notizie fluttuano continuamente sino a giungere voci che possono anche preoccupare. Già infatti se guardiamo ad esempio l’aumento a doppia cifra delle vendite del Prosecco, con il suo bacino di crescita ben preciso, dove sorgono le vigne sulle colline di Conegliano, Colline Unesco del Prosecco superiore Docg che registrano da un po’ una situazione positiva, che è favorita da piogge e da basse temperature, come precisa il presidente del consorzio Innocente Nardi, che hanno quasi azzerato gli attacchi di peronospora: “La nostra estesa rete di centraline meteo ci ha consentito di gestire le azioni a contrasto delle fitopatie”. Per le bollicine venete (90 milioni di pezzi nel 2018), si prevedono quantitativi di uve in linea con lo scorso anno (1,1 milioni di quintali, che segnarono un +14% sul 2017), con un possibile decremento tra 3 e 5 per cento, anche per via della recente grandinata che ha colpito 900 ettari su 8 mila. Ma c’è una novità, il consorzio si avvia per la prima volta ad adottare uno stoccaggio pari a 15 quintali/ettaro: “Un segnale della volontà di posizionare la Docg al vertice di un sistema dove coesistono altre Doc”, osserva Nardi. Una scelta dettata dal mercato del 2018: giacenze ancora da assorbire, incremento delle superfici in produzione, vendite estere in lieve rallentamento per il forte aumento della materia prima del 2017 (+25%). Tutto ciò ha portato molti a investire piantando Glera ovunque nella speranza che prima o poi il Consorzio “Prosecco Doc” desse la possibilità di denominarla Prosecco. Quindi i numeri di bottiglie sono aumentati e pure gli ettari piantati a Glera generica creando problemi di sovrapproduzione. Il 31 luglio di quest’anno era l’ultimo giorno utile per piantare Glera atta a dare Prosecco Superiore DOCG (Asolo e Conegliano-Valdobbiadene), ponendo anche uno stoccaggio obbligatorio valutando poi la necessità di liberare, autorizzando per la denominazione oppure declassando. Insomma una sorta di cuscinetto per il mercato. Questo per non arrivare ad avere un surplus di vino da uve Glera che non sarà possibile chiamare Prosecco.

Grazie ai dati forniti dal Consorzio di Tutela del Prosecco DOC il potenziale produttivo si sviluppa su 24.450 ettari, di cui 19.922 in Veneto e 4.528 in Friuli Venezia Giulia con il contributo di 10.242 viticoltori. La produzione è invece affidata a 1.149 aziende vinicole e 348 case spumantistiche. Con questi dati si affronta la produzione storica (dati delle vendemmie), che è cresciuta al ritmo del 16% dal 2009 al 2018, per raggiungere 3.6 milioni di ettolitri. Le bottiglie prodotte, di conseguenza, sono state 464 milioni nel 2019 con un ritmo di crescita paragonabile.

Attendiamo quindi il momento cruciale, quando la vendemmia sarà finita in tutte le regioni, per dire se anche quest’anno il lavoro delle cantine avranno prodotto i vini d’eccellenza che ci rendono apprezzati nel mondo.

 

 

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