I mille metri e le stelle di Chef in Green

E siamo giunti al terzo appuntamento in quel del Golf Lanzo d’Intelvi, 9 buche a 1000 metri d’altitudine con il percorso che si snoda attraverso i boschi e le radure del Pian delle Noci.

Chef in GreenChef on the Green procede spedito anche se il periodo è da considerarsi come minimo anomalo, ma gli chef sono intervenuti, i giocatori pure e tutto è stato come da filosofia di Golf&Gusto, un piacevole incontro tra la cucina e lo sport del golf.
La domenica, in quella uscita tra gli alberi che dalla nove porta alla club house, il venticello era talmente gradevole che a volte forse si poteva mettere giusto qualcosa sulle spalle e i giocatori in gara erano ben felici della temperatura diversa e a noi, arrivati dal caldo afoso di Milano, ci pareva un sogno.
Come ad ogni gara di formula stableford nel tardo pomeriggio tutti in terrazza con vista sulla buca 1 dove si sono fatte le premiazioni e Milena ed Ezio di Cascina Boschetto, dopo aver offerto assaggi dei loro prodotti li hanno aggiunti a quelli che già erano inseriti nelle piccole borse frigo di colore azzurro.
Sempre piacevole assistere alle premiazioni, vedere come si torni bambini perché si vince un premio, e quando qualcuno non lo ritira, il regolamento di Chef in Green lo prevede, vanno a sorteggio assieme agli altri previsti allo scopo, allora la gioia del colpo imprevisto, del famoso “ferro sedici” regala ancora maggior sorrisi.
Il lunedì, la giornata dedicata alla ristorazione, all’accoglienza si aspettavano gli chef con mascherina logata “chef in green” e acqua Lurisia, visto che la giornata era più calda.
Come si poteva ben prevedere è arrivato per primo lo chef che abitava più lontano, Paolo Ribotto del San Giors di Torino, ben preciso alle 10.30.
La loro prima preoccupazione è sempre quella di scaricare la merce che serve per il piatto se devono cucinare, poi un caffè e cominciano a guardarsi intorno giustamente per capire il nuovo mondo in cui sono entrati. Qui le auto sono quasi tutte targate CH e l’impatto con questi faiways, le aiuole con rose e ortensie catturano subito perché il silenzio e i momenti di relax si respirano subito.
Quando arrivano “i ragazzi del Montebore” ecco che, assieme a quelli di L’Autin, si cominciano a montare i corner di degustazione da aggiungere a quelli di presentazione dei prodotti Riso Buono e del Riso Testa oltre alle creme all’Aloe Verde.
Nel frattempo si osserva anche l’arrivo dei giocatori che si sono dimostrati disponibili a condividere questa particolare gara con gli chef. Il maestro Vincenzo Damonte alle 12 li attende sul putting green con una buona serie di ferri “putter” destri e mancini per impartire la lezione base per loro. Infatti visto il poco tempo a disposizione si pensa a dar loro un’indicazione sul grip, cioè come si tiene il ferro, sulle linee da seguire per “leggere” il green e sulla forza da dare al colpo che è sempre la più difficile da capire.
Intanto Alessandro Gioè, che è venuto per la prima volta lo scorso anno aL Golf Tolcinasco e che quest’anno abbiamo trovato al Golf Dei Laghi a luglio, ci racconta della sua scelta durante il periodo in cui il ristorante dove lavorava, Da Noi In era chiuso per Covid, non ha perso tempo ed è andato a iscriversi ad un campo pratica e cercato d’imparare questo sport che lo ha subito affascinato. La settimana prossima farà l’esame delle regole e quindi, visto l’impegno, tra non molto lo avremo assieme ad altri con il titolo “Chef Golfista“.
Mano mano arrivavano tutti i componenti del team che avrebbe cucinato e con il suo contenitore frigo Francesco Cheloni chef patron del ristorante Osteria Manzoni di Barzago Lecco, che continuava a dire che, non sapendo giocare, lasciava spazio agli altri, che doveva preparare il risotto prima della gara, ma Alessia… beh lo ha poi convinto.
Invece veloce ecco arrivare la nostra unica chef donna la simpatica Pamela Paredi e, anche lei chef patron del ristorante Osteria La Lanterna di Cressogno Valsolda Como, che invece ha subito aderita molto interessata.
Non l’avevamo avuta al telefono e non avevamo potuto dare, come sempre facciamo, un’idea dell’abbigliamento più adatto per questo genere di simpatico approccio allo sport e i suoi sandali erano un po’ rischiosi sui fairways delle buche, specie essendoci salite e discese, ma al golf c’è sempre un Pro Shop così Anna gli ha fatto indossare un paio di scarpe adatte e il maestro l’ha seguita nell’insegnamento portandola anche a provare il swing.

Dalla lontana Vicenza, come sempre, ormai abbiamo con noi lo Chef Golfista Andrea De Poli di Punto Gusto e quindi l’altro chef ormai con hcp Claudio Sadler del Ristorante Sadler stellato di Milano. Purtroppo Alessia non è riuscita a convincere l’altro chef patron del ristorante L’Ek Bistrot di Lecco, Luca Dell’Orto, che ha preferito questa volta, con il suo aiutante Flavio dedicarsi alla preparazione del suo piatto.

 

Ma ci mancava lo chef che abitava più vicino, la lezione era quasi finita, già in terrazzo si allestiva il pranzo veloce prima della gara, i giocatori erano arrivati e cominciavano ad interessarsi ai loro compagni e le bottiglie di vino di L’Autin versavano i loro bianchi e rosè nei bicchieri in degustazione quando, con un abbigliamento che ogni volta non è contemplato dal dress code golfista, si è presentato il nostro francese Bernard Fournier accompagnato dalla figlia dello chef Lorenzo Tona.
Con il suo sorriso e la sua erre francese lo chef patron del Ristorante Da Candida a Campione d’Italia è ormai incorreggibile, ma quando poi si veste con la sua giacca bianca e ci sfodera quel suo papillon rouge…. beh ci tocca pure perdonarlo.
in partenza
sul percorso
In terrazzo a tavola chef e giocatori tutti pronti ad assaggiare il risotto di Francesco, un ottimo risultato tra la bontà del prodotto Riso Baldo Riserva di Riso Testa, e la bravura dello chef che, con un tocco di verde, rosso del pomodoro e bianco del Montebore ci ha ricordato anche la nostra italianità. A seguire anche i salumi e i formaggi e poi sù a giocare le nove buche per non fare troppo tardi.
La gara si è conclusa e tutti felici dell’esperienza fatta si aggiravano assaggiando i vini, i formaggi e chiacchierando delle loro esperienze in attesa della premiazione che ha in alcuni casi sorpreso.
In questi abbinamenti conta molto il giocatore che con il suo ultimo tiro può mettere la pallina il più vicino alla buca, ma dagli score si è potuto notare che molti hanno fatto un gran bello score visto che c’erano ben tre risultati di 18 colpi di putt per 9 buche, equivalente a due putt a buca, risultato che noi giocatori ambiremo avere sempre nello score di gara.
E così si premiavano le coppie e loro che avevano per la prima volta calcato quei fairways e concentrati sul movimento che gli avevano insegnato, erano riusciti a portare i loro compagni in classifica e raggiungere anche le prime posizioni. Gli chef avevano brillato nel loro usare il putter, ferro veramente diverso da quelli che loro hanno in uso in cucina, sia per grandezza che per impugnatura o grip. Il sorriso di gioia per una gioia inaspettata, entusiasmo e si tanta sorpresa li ha ancor più caricati nel loro seguente momento di lavoro in cucina.
Ecco allora le coppie vincenti e i migliori chef nel putt.
Gara a coppie
1ᵃ  Parietti Bruno – Gioé Alessandro 46
2ᵃ Lichti Bernard – Paredi Pamela 48
3ᵃ Gatti Fabio – Mattalia Msnuela 52
Minor colpi sul Green
1ᵃ Pamela Paredi 18 che riceve il premio offerto da ISI
2° Paolo Ribotto 18 che riceve il premio offerto da Arcos
3° Alessandro Gioè 21 che riceve il premio offerto da Trabo

 

Foto e svolgimento della cena la sera sul prossimo articolo  
” …e la sera in sala le stelle erano due, ma non solo!”

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