Divagazione nei ricordi

Non ricordo che anno fosse, ma certo molti anni fa, quando ancora giocavo se non regolarmente ma almeno una volta la settimana andando a trovare mia madre a Venezia passavo la domenica mattina o il sabato al Golf Venezia e il mio gioco all’epoca non era male.  Quindi quando ho letto che durante la Pro Am che si è svolta ieri al Golf Marco Simone, Golf & Country Club di Guidonia Montecelio (Roma), appena rimesso a nuovo per il 78° Open d’Italia, mi sono riaffiorati i ricordi.
Avevo giocato una pro am proprio con lo scozzese Stephen Gallacher sul bellissimo percorso fiorentino all’Ugolino, e ricordo la sua gentilezza, era da poco arrivato in Italia, ed ora lo rivedo, chiaramente con i segni anche lui degli anni, ma decisamente con grande grinta per poter portare la sua squadra alla vittoria.

A quel tempo non avevamo vinto, ma il ricordo riaffiora e riaffiorano i vari ricordi legati agli anni in cui giocavo, in cui avevo il tempo di farlo ora invece, dovendo organizzare è più difficile, ora mi diverto a vedere che chi porto a conoscere questo mondo bellissimo, dove il gioco, sport nobilissimo se fatto con le sue regole, la sua etichetta, non solo ti fa un gran bene alla salute per i km che macini senza accorgerti, con la concentrazione che devi dare ad ogni colpo, con la simpatica chiacchierata che fai di buca in buca con i compagni, elementi che mantengono a lungo il cervello all’erta e poi, anche se non vinci, perché il golf si gioca non si vince, ecco che ti sei passato una giornata che, come la vita, ti ha dato momenti di piacere e di dispiacere. 
Ora il mio piacere è vedere che alcuni degli chef che ho portato sui percorsi di golf in questi lunedì diversi si sono appassionati e, nel momento della pandemia si sono rifugiati in un campo pratica e hanno appreso le regole e sono diventati degli Chef Player. 
Soddisfazioni che segnano la vita, e spero di averne ancora altri anche se questo è il momento giustamente che loro, gli chef devono con il lavoro assiduo recuperare i giorni perduti.
Con la Rolex Pro Am, che vuol dire mettere in gioco dei team formati da un professionista e tre amateur, cioè quattro dilettanti, è iniziato quello che in Italia è l’evento golfistico più importante e che viene giocato nella capitale. Evento che prelude all’altro importante che si svolgerà nel 2023 che è la Ryder Cup. Essendo a Roma hanno coinvolto anche sua Santità, che all’udienza nella Sala Nervi del Vaticano ha visto il Santo Padre esibirsi in un “putt” simbolico. Una delegazione del Comitato Regionale Lazio della Federazione Italiana Golf ha donato al Pontefice la maglietta della Nazionale.

La Rolex Pro-Am che ha anticipato il DS Automobiles 78° Open d’Italia ha quindi visto la sfida di 32 squadre composte, come spiegato, da un professionista e tre dilettanti e, ad imporsi, con un totale di “-22”, colpi è stato il team capitanato dallo scozzese Stephen Gallacher con i dilettanti Giovanni Micieli, Fabio Fasoli e Marco Gambarini che hanno superato la squadra condotta dall’inglese Ross McGowan con Alessandro Leonardi, Manuel Catalano e Paolo Troni, seconda con “-20”. Terza posizione, con “-19”, per la squadra del tedesco Martin Kaymer con Mirco Caretti, Andrea Guizzetti e Antonio Percassi. Quarta, sempre con “-19”, per quella di Guido Migliozzi con Emanuel Stilo, Gaetano Thorel e Maurizio Romeo. Quinta, con “-18”, per il finlandese Sami Valimaki con Marco Pietrangeli, Andreina Pupa D’Angelo e Pier Maria Ferrini. Ma a vincere è stata anche l’inclusione sociale, punto imprescindibile del Progetto Ryder Cup 2023. Tra i protagonisti, nella compagine di Luke Donald, anche tre golfisti diversamente abili: Stefano Palmieri, Alessandro Petrianni ed Edoardo Biagi. 

Un tempo entrare per un dilettante a far parte della Pro Am dell’Open era una vera corsa, me lo ricordo bene essendo stata per anni la persona che se ne occupava durante gli Open, che la società per cui lavoravo come Mkg e comunicazione, sponsorizzava ed avendo portato per la prima volta a giocare dei team legati allo sport da cui non solo provenivo: lo sci, quindi con i grandi atleti dei tempi, l’automobilismo, il calcio, e altri.
Ora dopo la pro am inizia il vero gioco dei professionisti che si sfidano nei quattro gorni di gara, ma dopo i primi due giri, c’è il taglio e restano in gara solo i migliori. vedremo quindi chi arriverà alla fine. Potrete seguire tutto su Golf&Gusto, sulla parte golf.
Per ora per indirizzarvi vi do i miei preferiti che seguo da tanti anni, alcuni da ancora dilettanti.
Guido Migliozzi  che così ha detto “Gareggiare qui e farlo davanti alla mia famiglia e ai tifosi italiani sarà fantastico. Non lo nascondo, credo alla qualificazione alla Ryder Cup americana e fare bene all’Open d’Italia significherebbe avvicinare un posto per quella sfida che equivale a disputare una finale di Champions League. È il sogno di ogni giocatore, sono in lizza per un posto nel team Europe e non l’avrei mai pensato ad inizio stagione. Sarebbe bellissimo tagliare questo traguardo in un anno in cui ho già coronato il desiderio di giocare le Olimpiadi. L’Open d’Italia sarà un grande test, sto giocando bene e sono in fiducia. Ed essere il miglior azzurro nel world ranking mi stimola a far sempre meglio e riempie di orgoglio”. 

Renato Paratore  “Gioco in casa e l’obiettivo è quello di fare bene. Arrivo da un settimo posto in Svizzera all’Omega European Masters e sono in fiducia. Poter contare nuovamente sull’apporto del pubblico e giocare qui a Roma, nella città dove sono nato e cresciuto, sarà fantastico. Non vedo l’ora di scendere in campo, sono gasato. Il percorso mi piace molto, ti costringe ad avere pazienza in determinate occasioni e ad attaccare in delle altre. Le Olimpiadi di Tokyo sono state un’esperienza indimenticabile. Così come fantastico è stato vedere tutti quei campioni insieme. Spero di poter disputare, nel 2024, anche i Giochi di Parigi. Guardo certamente anche alla Ryder del 2023, perché credo di avere il talento e le possibilità per essere tra i convocati del team Europe. Ora però c’è l’Open d’Italia e punto a far bene. ‘Il favorito?’. Il danese Rasmus Hojgaard è in grande forma e di campioni in gara ce ne sono tanti. Sarà un torneo equilibrato e spero di giocarmi le mie chance”. 

Tommy Fleetwood, golfista inglese del Tour che purtroppo ho solo seguito in tv e mi spiace non poterlovedere di persona, ma in questi giorni, come sapete sono al Golf Garlenda con Chef in Green. 
Così ha detto È bello essere di nuovo qui all’Open d’Italia. Sono stato assente per un paio di anni e sarà un piacere giocare davanti al pubblico italiano. Sono tornato dopo un po’ di tempo sull’European Tour e si sta per chiudere un’estate spettacolare in cui ho partecipato al The Open, alle Olimpiadi e che si completerà con la Ryder Cup del Wisconsin. Quello del Marco Simone Golf & Country Club è un percorso nuovo e difficile, che richiede molta concentrazione. La strada verso il 2023, quando qui si giocherà la Ryder Cup, è ancora lunga ma spero naturalmente di esserci. In Francia nel 2018, al fianco di Francesco Molinari, ho vissuto un’esperienza indimenticabile. Darò il massimo per riprovare nuovamente quelle emozioni davanti al pubblico europeo.

Non ho ancora le dichiarazioni del nostro Francesco Molinari, il torinese che da anni gioca nel Tour mondiale, da quando il 22 luglio 2018 è entrato nella storia del golf italiano diventando il primo italiano ad aver vinto un torneo major con la conquista del 147º British Open. Perché non ha partecipato alla Pro Am, ma da domani penso potervi illustrare anche sui suoi pensieri, visto che ritorna in Italia abitando ormai con la sua famiglia da anni al di la dell’oceano.

Noi ci si vede lunedì sul bel percorso ligure i Golf Garlenda, dove vi aspetto spero numerosi, ma dove vi ho preparato delle belle sorprese… culinarie!

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